Area metropolitana o città metropolitana: l’esigenza di aprire un dibattito

Le aree metropolitane sono in tutto il mondo il motore dello sviluppo, il luogo in cui si crea valore con la produzione di beni e servizi legati all’innovazione, è evidente quindi l’importanza della loro strategicità.

Oggi rispetto al passato abbiamo un’esigenza nuova: non dobbiamo soltanto favorire lo sviluppo, ma dobbiamo puntare a uno sviluppo che sia sostenibile ed equilibrato.

Emerge di fatto la necessità, oggi più che mai, di un governo metropolitano all’altezza delle difficoltà economiche, sociali, e territoriali che questa area deve affrontare.

Nel caso della nostra Città Metropolitana non parliamo solo dei 133 Comuni che la compongono e dei circa 33 milioni di abitanti, ma di un’area molto più vasta che gli studiosi accreditano di una popolazione di circa 7 milioni.

Cioè un sistema policentrico che vede Milano al centro di una corona di poli urbani che la circondano.

Governare l’area vasta significa governare una realtà complessa dove si incontrano-e talvolta si scontrano- interessi e identità differenti che devono trovare un equilibrio a un livello superiore. Abbiamo bisogno di un soggetto che si ponga in un ruolo di terzietà rispetto ai Comuni in modo da poter garantire uno sviluppo equilibrato all’area vasta, superando gli inevitabili (e comprensibili) particolarismi delle amministrazioni locali.  

Se ci fosse un Sindaco di Città Metropolitana eletto direttamente dai cittadini – così non è! e questa mancanza costituisce un deficit di democrazia – sicuramente riusciremmo a costruire un modello policentrico ispirato a modelli policentrici mondiali ed europei più rispondenti alle complesse esigenze delle vaste aree.

Il vero problema con il quale Istituzioni, Enti locali e forze sociali devono oggi confrontarsi non è solo quello delle funzioni e delle risorse, ma culturale e cioè che Modello di Area Metropolitana vogliamo.

Pensiamo ad un modello teso a ridurre in ogni forma possibile il carico antropico entro Milano e ridistribuire nei poli esterni funzioni primarie proprie di una “città allargata” che nel caso di Milano coincide almeno con i confini della Città Metropolitana e che si estende oltre ai capoluoghi provinciali lombardi ad altri capoluoghi non lombardi.

Abbiamo deciso un calendario di incontri con amministratori, funzionari e studiosi della materia per fare il reale punto della situazione.

Attraverso le pagine del nostro sito vi terremo informati.

Franco De Angelis

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